Nuovo studio scientifico: presenze insolite di mammiferi marini al di fuori del loro habitat naturale
Nuovo studio scientifico: Presenze insolite di mammiferi marini al di fuori del loro habitat naturale
Mammiferi marini fuori dal loro habitat: identificazione, cause e raccomandazioni gestionali
Una nuova pubblicazione scientifica intitolata Mammiferi marini fuori dal loro habitat: identificazione, cause e raccomandazioni gestionali, pubblicata sulla rinomata rivista Marine Policy, analizza i casi sempre più frequenti di mammiferi marini che si trovano al di fuori del loro habitat abituale. Allo studio ha partecipato anche Morigenos, che da molti anni è attivamente coinvolta in progetti internazionali dedicati alla ricerca e alla conservazione dei mammiferi marini. La ricerca è stata coordinata dai colleghi di OceanCare, organizzazione partner di lunga data con cui Morigenos collabora in maniera stabile ed efficace.
Questi casi, noti come out-of-habitat (OOH), riguardano animali che si trovano lontano dal proprio areale naturale o in ambienti che non risultano più idonei – spesso a causa della scarsità di cibo, del degrado dell’habitat, dell’inquinamento o di interazioni frequenti con l’essere umano. Lo studio evidenzia che questi fenomeni sono in aumento, individuando come principali cause il cambiamento climatico, la perdita dei ghiacci artici, le variazioni nella distribuzione delle prede, il rumore sottomarino, le malattie e la fuga o il rilascio di animali provenienti dalla cattività.
La pubblicazione presenta numerosi esempi documentati, tra cui beluga avvistati nei fiumi Tamigi e Senna, nonché trichechi osservati lungo le coste europee. Eventi simili sono stati registrati anche in Slovenia – in particolare un esemplare di megattera avvistato nel 2009, due delfini striati nel porto di Capodistria nel 2012 e le recenti apparizioni della delfina comune Ciao, già segnalata da parte nostra.
Gli autori sottolineano che ogni situazione deve essere valutata singolarmente. In alcuni casi è sufficiente il monitoraggio e la comunicazione pubblica, in altri sono necessari interventi attivi come il trasferimento dell’animale. In circostanze eccezionali, può essere presa in considerazione l’eutanasia. Le decisioni devono basarsi su una valutazione approfondita del benessere e delle condizioni di salute dell’animale, nonché del contesto ambientale più ampio.
Lo studio evidenzia anche l’importanza di una comunicazione chiara e responsabile con il pubblico. Un’eccessiva attenzione umana e il contatto ravvicinato con questi animali possono causare stress, alterazioni comportamentali o addirittura mettere a rischio la sicurezza degli animali e delle persone. In un caso documentato, una femmina di tricheco è stata soppressa dopo che il pubblico ha ripetutamente ignorato le indicazioni di sicurezza. Gli autori invitano pertanto a un miglior coordinamento tra le istituzioni competenti, allo sviluppo di protocolli di risposta chiari e all’adattamento del quadro normativo, al fine di consentire un intervento tempestivo, scientificamente fondato e rispettoso del benessere animale in tali situazioni – destinate con ogni probabilità ad aumentare a causa delle crescenti pressioni ambientali.
Puoi leggere lo studio completo QUI